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Roma - Gianni Mattioli
NAPOLI. Al teatro Sannazzaro ha chiuso con un bilancio Positivo, grazie all'apporto del nutrito cast che lo ha composto e alla perizia registica di Antonio Ferrante (nella foto) la commedia dal titolo "Prego signora, si spogli". Critica e pubblico hanno decretato che la messa in scena ha dei notevoli spunti comici e che va riproposta anche nel cartellone estivo. "Si, è vero - ammette il regista Ferrante - il lavoro è piaciuto a tutti, diverte grazie anche alla collaborazione di tutti i componenti de lcast, sono attori davvero eccezionali. Alcuni di loro già li conoscevo come Nicola Di Pinto, Germano Bellavia e Luigi Di Fiore. Le due giovanissime, invece, Giovanna Velotti e paola Verrazzo sono state mie allieve. mi hanno colpito Manuela Ruggiero e la bella Yulia Mayarchuk, la quale ha una capacità istintiva a calarsi in certi personaggi. Pur non avendo scuola, he dentro di sè tutte le capacità attoriali che mostra sul palco".
Come ha iniziato la sua carriera?
"Come attore e non come regista. Si inizia un po' tutti con le straordinarie e formative filodrammatiche. Pensi che Luisa Conte ci fece una sorta di regia per una lavoro di noi amatoriali e in seguito conobbi il marito quando si riapri il Sannazaro, proprio da loro riportato in vita. iniziai con la sua compagnia dove conobbi artisti del calibro di Ugo D'Alessio e Pietro De Vico.
Un giorno mi dissero che Eduardo cercava attori. Gli telefonai addirittura a casa e rispose Luca, all'epoca anche lui agli esordi. Mi convocò subito nel suo appartamento e dopo qualche giorno ebbi una sua telefonata. Fu qualcosa di emozionante davvero, a raccontarlo non ci si crede. poi sono passato alla regia, perché mi interessava. Grazie a Mico Caldieri ho messo in scena una lavoro dal titolo "Un'ora al Sancarlino" su un testo che era un vero canovaccio, con musiche rielaborate da Antonio Sinagra. In compagnia avevo Angelo Pagano e Rino Marcelli".

Come è stata l'esperienza di "Prego signora, si spogli"?
"Innanzitutto noi tutti dobbiamo ringraziare la "Salieri entertainment" di Gianluica Guidi e lo sforzo produttivo dei "Laboratori Flegrei" di Rosario Imparato. senza questo connubio non avremm0 dato vita ad uno spettacolo davvero godibile. L'esperienza come apripista di un certo genere, è stata positiva, tanto da farne un estiva, sperando di portarla in qualche cartellone nella prossima stagione".
Qual'e' lo stato di salute del teatro?
"Io penso che oggi sia il teatro che il cinema abbiano bisogno di finanziamenti, ma anche di valori aggiunti e di sforzi produttivi alternativi. Non esiste più la figura mitica dell'impresario, del vero produttore. Di colui che getta il sasso nello stagno e poi aspetta le rispondenze dei teatri stessi. Sono per un connubio di sforzi da entrambe le parti, pubbliche e private".
Cosa significa fare una regia teatrale?
"Fare il regista per me è essere un po' visionario. Occorre chiudere gli occhi e sognare. Immaginare che ciò che hai letto su pagine bianche si trasformi in azione, in scene, in vita vissuta, prenda vita insomma. La regia, in parole povere, non si può insegnare. E' un mondo da visionario, un punto di vista personale, un mettere l'occhio al buco della serratura".
La prima cosa che si insegna ad allievi attori?
"Ho sempre parlato chiaro ai miei allievi. La prima cosa che dico a loro, è quella che con la scuola non possono sognare di diventare sicuramente degli attori bravi: se non ce l'hanno dentro, potranno fare ben poco".
I personaggi chiave della sua carriera?
"Naturalmente Eduardo e la Conte, nel periodo attorale. Come regista devo molto a Galdieri. Non potevo avere maestri migliori. In ogni caso ho cercato di fare tutto da solo, loro erano il punto di riferimento da cui partire, poi si deve camminare con i propri mezzi. I loro insegnamenti mi sono stati utili, quando per due anni ho fatto da "animatore" teatrale nel carcere minorile di Nisida".
Chi sogna di dirigere in futuro?
"Ognuno di noi ha dei sogni da realizzare. tra gli attori nazionali, il sogno di molto registi è Giancarlo Giannini. Attori napoletani ne ho diretti molti, persino del calibro di Rosalia Maggio e Giacomo Rizzo".