- Messaggio
-
Cookie Privacy
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.

Il Tempo - Lucio Romeo - 18/10/1989
La vitalità riscoperta
AL TEATRO Delle Muse: "Come si rapina una banca" di Samy Fayad con Gigi Reder, Enzo Garinei, Wanda Pirol, Rino Santoro. Regia di Antonio Ferrante. Si replica sino aI 3 dIcembre.
Collaborando ad un quotidiano di Palermo (che sì chiamava "Telestar") chi scrive, in occasione dell’edizione di questo testo nell’interpretazione di Peppino e Luigi De Filippo con Regina Bianchi al Teatro Delle Arti (16-10-1967), disse che "la commedia di Peppino, come è facilmente controllabile dal testo, gia Premio IDI, apparso su IL DRAMMA tempo fa, ha molto poco a che vedere con l’originale di Fayad. L’attore, autore e regista napoletano, traducendola in vernacolo e ridimensionandosela addosso, l'ha praticamente capovolta e quella che era una specie di parodia dei luoghi comuni della farsa napoletana si è tramutata nel peggior esempio di farsaccia senza alcuna finezza e mordente."
Salve le capacità interpretative dei tre suddetti attori allora, veramente, non c’era nulla. Ad oltre venti anni di distanza la commedia di Fayad ritorna, miracolosamente, in scena, conservando, invece, una sua vitalità imprevedibile e diventando, come dice Domenico Rea, sul programma di sala. "uno spaccato per assurdo della napoletanità" che si apre ad un "teatro all'inizio In pezzi, sconquassato, disordinato, scombinato che alla fine si rivela per un lavoro d'incastro di una incredibile perfezione, come la vita, che non spreca nulla". E', diremmo, una sorta dl ibernazione di un testo al quale il tempo ha, caso mai, aggiunto il profumo di un mondo perduto in certe battute che, allora apparentemente quotidiane, - il boom edilizio, il benessere dei bancari, il parto indolore, le canzoni di protesta, la macchina a trazione anteriore - sono, oggi, lucidissime. spietate quasi, notazioni di costume.

A questo punto non resta che da chiedersi: quanti sono i casi come quello di Samy Fayad? Quanti i testi ibernati, che magari non hanno nemmeno ottenuto l'onore delle scene, che esistono nel nostro teatro? Dobbiarno proprio farla soltanto attraverso le locandine e i manifesti la "vera" storia del teatro italiani degli ultimi venti anni? Un interrogativo che stava, quasi, ad incombere, al di là delle risate, delle entrate, delle uscite, delle battute, delle situazioni costruite e subito rovesciate, dei personaggi "astratti ma forniti di orgoglio e di dignità" - sempre Rea - di cui abbondava la commedia.
Gigi Reder, geniale capofamiglia, Wanda Pirol, Rino Santoro, Ruggiero Pignotti. sua coreografica corte, Paola Giannetti, la Vedova - Destino. Claudio Veneziano, nevrastenico, malefico Mastellone ed Enzo Garinei, direttore di Banca, mitico dispensatore di benessere che, idealmente, giunge da un’ altra Italia - nè del 1963 nè di oggi ma di sempre! - sono stati i bravissimi interpreti, diretti con silenzioso ma energico polso da Antonio Ferrante.
Grande divertimento per il pubblico e, finalmente, applausi non di convenienza ma, una volta tanto, autentici.